CIBO ED EMOZIONI: fattori in connessione?

19.05.2017

"L'uomo è ciò che mangia"

(L. Feuerbach)

Il particolare rapporto che ognuno ha con il cibo fin da piccolo, è carico di componenti psicologiche ed affettive del tutto personali che possono facilitare o interferire con una sana alimentazione. Desiderio, piacere, soddisfazione... ma anche cautela, timore, diffidenza, rifiuto, sono le componenti in gioco nell' alimentazione, che spesso si alternano nella stessa persona. Il rapporto con il cibo, quindi, è l' espressione di un appetito che non si limita a soddisfare la fame, ma coinvolge gli impulsi più istintivi e vitali della vita affettiva.

L'alimentazione è connessa con la vita emotiva, il cibo risulta 'condito' da diversi aspetti psicologici: valori, ideologie, credenze religiose e culturali e l'alimentazione assume un significato che va oltre l'aspetto semplicemente fisiologico. Il rapporto con il cibo si intreccia fin dalla nascita con le esperienze affettive legate ai primi rapporti significativi, se si pensa all'allattamento, allo svezzamento e a tutti i vissuti emotivi che condizionano queste esperienze.

Diverse ricerche hanno evidenziato lo stretto rapporto tra il cibo e la vita affettiva e quanto questo possa servire a "gestire" le emozioni. Attraverso il rapporto con il cibo si esprime un bisogno d'amore: il cibo diventa un anestetico con cui si cerca di eliminare la sofferenza o l'insoddisfazione.

Una scorciatoia con cui si tenta di riempire quel vuoto che per qualche ragione si è creato dentro di noi. Quando questi meccanismi diventano ricorrenti ed automatici si scivola nella patologia alimentare.

Le diete alimentari funzionano se si ha abbastanza motivazione per portarle a termine, ma, molto spesso, raggiungono l'obiettivo della perdita del peso ma non del mantenimento della forma fisica nel tempo, se non sono supportate da interventi che si occupino anche della dimensione psicologica.

Per raggiungere l'equilibrio tra la nostra mente e il nostro corpo è essenziale imparare ad ascoltarci.

E' necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il nostro corpo, prendere contatto con le proprie emozioni e i propri bisogni. Conoscere le convinzioni limitanti che non ci permettono di essere felici ed in armonia con noi stessi. Esplorare il nostro mondo interiore è un vero e proprio allenamento che va eseguito in maniera costante e amorevole.

Il nostro corpo ci parla sempre, spesso urla in silenzio per attirare la nostra attenzione e per guidarci verso la strada del nostro benessere, inteso come uno "stato dell'essere" profondo e non solo superficiale.

Conoscere noi stessi e anche gli alimenti ed il loro effetto energetico su di noi ci porta ad essere liberi di scegliere in base ai nostri bisogni reali. Se portiamo equilibrio e chiarezza nella nostra mente anche le nostre scelte alimentari si modificheranno perché saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi o inconsci.

Presso lo studio di Avezzano in collaborazione col Dott. Percossi - Biologo Nutrizionista (320.2955142, percossidaniele@gmail.com) lavoro per affrontare problematiche alimentari di diversa natura e diversa gravità (bulimia, anoressia, binge eating..).

-https://www.danielepercossi.it


Dott.ssa Federica Fierro

FONTI DI INFORMAZIONE

Appleton K.M., & McGowan L., (2006) "The relationship between restrained eating and poor psychological health is moderated by pleasure normally associated with eating", Eating Behaviors, 7,342-347.

Laitinien J., Ek, E., & Sovio U., (2002), "Stress-related eating and drinking behaviour and body mass index and predictors of this behaviour", Preventive Medicine, 34, 29-39.

Macht M., (2008), "How emotions affect eating: A five-way model", Appetite, 50, 1-11.

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